Perché non si può lavorare in smart woking per sempre?
L’80% degli italiani gli piace che le istituzioni utilizzino le piattaforme digitali, e 7 su 10 sono favorevoli all’utilizzo di Facebook e altri social per dare comunicazioni pubbliche al Paese. Questo è quello che dicono PA Social e Istituto Piepoli
Durante l’emergenza ecco un dato che piace ancora di più, oltre il 60% lavora in “home” working (non chiamiamolo smart).
Si, più del 60% di noi, potrebbe non prendere l’auto tutti i giorni, e chissà, lavorare da casa o da bar di fianco, meno ore e più produttive…e più aria pulita (e anche più voglia di andare in bicicletta)!
Quello che m’interessa di più è questo dato! Ovvero che 9 su 10 pensano che i social e lo stesso mezzo (computer, tablet e smartphone) possa aiutare anche i meno giovani a rimanere in contatto!
Cosa vuol dire tutto questo? Siamo nell’era del cambiamento, tutti vogliamo più tempo libero, sempre di più e goderci quello che ci rimane dei nostri tempi…si sono pessimista! Lo smart working sicuramente è una rivoluzione che cambierà completamente il modo e il tempo da dedicare al lavoro.
Siamo decisamente alla svolta, non più le 8 ore di lavoro, ma bensì saranno valutati di più i progetti e il loro tempo di consegna. Tutto sarà più telematico (che parole da vecchio…ma è così)
C’è solo un piccolo problema…la mente umana ha difficoltà a crescere spesso! Quanto siamo disposti a non tenere i nostri dipendenti sott’occhio? Quanto ci dobbiamo fidare?
Questa domanda ve la lascio a voi e alle vostre considerazioni.